il settembre 11, 2018 / News
Articolo a cura della Dr.ssa Chiara Mercurio
Lutto, violenza, incidenti, bullismo, mobbing, separazione, morte violenta di una persona cara, disastri naturali… Come affrontare e risolvere in breve tempo i traumi
Perché, a volte, non riusciamo a lasciarci il passato alle spalle?
È possibile elaborare un trauma, anche a distanza di anni?
Forse qualcuno si stupirà leggendo questa frase: il nostro cervello è fisiologicamente orientato alla salute e biologicamente programmato all’autoguarigione.
In realtà non dovrebbe stupirci se pensiamo che anche quest’organo fa parte del nostro corpo: quando ci feriamo, il nostro organismo produce una serie di modificazione che permettono la cicatrizzazione della ferita e la guarigione. Allo stesso fine è programmato il cervello.
Tutte le esperienze che facciamo nella nostra vita, dalle più banali a quelle più complesse, vengono elaborate dal cervello in modo che vadano a far parte del nostro patrimonio di conoscenze, che ci saranno utili per affrontare altri eventi. In condizioni normali, le informazioni che provengono dalle esperienze che facciamo vengono elaborate creando collegamenti con esperienze passare favorendo la riduzione dello stress, il processo di risoluzione dei problemi, ecc. Ciò è possibile perché esiste un sistema innato in tutte le persone, fisiologicamente orientato ad elaborare le informazioni nell’ottica dell’autoguarigione.
Il nostro cervello è predisposto ad elaborare anche quelle esperienze che possono suscitare in noi emozioni spiacevoli molto intense. Ci sono casi, però, in cui questo meccanismo si “inceppa” e non riesce ad elaborare efficacemente un evento della nostra vita. Ecco, allora, che il detto “il tempo cura tutte le ferite” non sempre è vero: alcune esperienze possono rimanere congelate nella nostra memoria così come le abbiamo vissute e, a distanza di settimane, mesi e addirittura anni, possono riattivarsi con tutte le emozioni, sensazioni fisiche e pensieri di quando l’evento si è verificato. Allora, in questo caso, i sintomi, i problemi e le sofferenze che sperimentiamo nel presente sono il risultato dell’attivazione di ricordi non elaborati.
Oggi parliamo di alcuni tipi di esperienze che possono essere “mal digerite” dal nostro cervello: parliamo dei traumi con la T maiuscola, che comprendono disastri naturali (terremoti, inondazioni), incidenti, abusi sessuali, ecc. ovvero tutte quelle esperienze che hanno comportato un rischio per la propria incolumità o quella altrui.
Come possiamo affrontare tutto questo? Ad oggi, uno degli approcci scientificamente validati e riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e da molte altre associazioni a livello internazionale come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati, è l’EMDR (dall’inglese Eye Movement Desensitization and Reprocessing, Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari). “Dopo una o più sedute di EMDR, i ricordi disturbanti legati all’evento traumatico vengono desensibilizzati, cioè perdono la loro carica emotiva negativa. Il cambiamento può essere molto rapido, indipendentemente dagli anni che sono passati dall’evento, come mostrato dalla ricerca. L’immagine del trauma cambia nei contenuti e nel modo in cui si presenta, i pensieri intrusivi in genere si attutiscono o spariscono, diventando più adattivi e le emozioni e sensazioni fisiche si riducono di intensità. Dal punto di vista clinico e diagnostico, dopo un trattamento con EMDR il paziente non presenta più la sintomatologia tipica del disturbo da stress post-traumatico, quindi non si riscontrano più gli aspetti di intrusività dei pensieri e ricordi, i comportamenti di evitamento e l’iperarousal neurovegetativo nei confronti di stimoli legati all’evento, percepiti come pericolo. Un altro cambiamento significativo è dato dal fatto che la persona discrimina meglio i pericoli reali da quelli immaginari condizionati dall’ansia”.
Shapiro, F., 2013.
Chi potrebbe beneficiare di una terapia con EMDR?
Tutte le persone che hanno vissuto esperienze molto dolorose che, anche a distanza di anni, sembrano non voler lascare la mente e il corpo; queste sensazioni dolorose bloccano e impediscono di vivere una vita soddisfacente a livello lavorativo, fisico, relazionale, scolastico, ecc.
Tutte le persone che stanno vivendo un periodo doloroso o traumatico.
Tutte le persone che vogliono aumentare la loro prestazione sportiva, lavorativa, scolastica, ecc.
A che età e’ possibile iniziare un percorso con EMDR?
L’EMDR e’ una terapia adatta per adulti, adolescenti e bambini. Con i bambini il lavoro con EMDR è particolarmente veloce ed efficace perché la capacità di auto guarigione del cervello dei bambini è molto più intatta di quella di adulti con storie di vita molto lunghe e complesse.
Bibliografia
Shapiro, F., Lasciare il passato nel passato. Astrolabio, Roma 2013.
American Psychiatric Association (2014), DSM-5. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Milano, Raffaello Cortina