Se sei depresso stai vivendo nel passato, se sei ansioso nel futuro, se sei in pace nel presente”
Lao Tzu
Il termine mindfulness è la traduzione inglese della parola “sati” che, nella lingua Pali, significa “consapevolezza”.
È pertanto la (ri)scoperta della consapevolezza che si ottiene volgendo l’attenzione intenzionalmente e in modo non giudicante al momento presente.
Spesso la nostra testa corre veloce lungo binari che portano troppo indietro o troppo avanti. La mente ci funziona come una macchina del tempo, pronta a fare l’elenco di tutto ciò che è andato storto nel passato e tutto quello che andrà sicuramente male nel futuro. La macchina è sempre accesa. Mentre scriviamo al pc e mentre guidiamo la macchina, mentre prendiamo il caffè e facciamo la doccia.
“cosa succederà domani?”, “perchè ieri mi ha detto questo?” “temo che non andrà bene” “come al solito ho sbagliato, dovevo far diversamente” sono queste domande la locomotiva del nostro treno.
Catene di pensieri rivolti al passato o al futuro pieni di punti interrogativi o rimproveri che spesso e volentieri sono fonte di sofferenza emotiva.
Il risultato di questi intensi viaggi è scordarsi che la vita “è” nel momento in cui effettivamente si sta vivendo. Con quei suoni, quegli odori e soprattutto con quelle emozioni che, belle o brutte che siano, fanno parte della nostra esperienza al “momento presente”.
La vita ha luogo solo nel qui ed ora: non c’è nient’altro che può essere esperito direttamente. Tutto il resto, tutto ciò che riguarda passato o futuro immaginato, è una ricostruzione, un ricordo, un’immagine, un pensiero o un progetto. Ed è questo lo scopo della mindfulness. Anzi, mi correggo, nella mindfulness non c’è uno scopo. È proprio imparare a non aver scopi ed aspettative (spesso negative o irrealistiche), ma semplicemente osservare, curiosamente, quello che accade in noi e a noi, in questo momento, in modo non giudicante, per accettarlo.
Appare chiaro come e perchè questa pratica, figlia di filosofie religiose e buddiste, abbia oltrepassato i confini per arrivare in occidente e all’interno del mondo non solo terapeutico, ma anche scientifico. La mindfulness oggi risulta un trattamento efficace per numerosi disturbi d’ansia, per prevenire le ricadute nella depressione, per la gestione dello stress e una crescente mole di studi sta testando l’efficacia di questa pratica in una sempre più vasta area di interesse clinico con ottimi risultati.
È altresi vero che possiamo vedere la mindfulness come “un atteggiamento verso la vita” e non solo un trattamento per chi soffre, è pertanto rivolta a tutti coloro che vogliono imparare, o riscoprire, la capacità di “osservare ciò che accade mentre accade” e viverlo, nel momento presente, smettendo di combatterlo, allontanarlo, evitarlo, ma accettandolo come parte dell’esperienza della vita.
Scendendo una volta tanto dalla macchina del tempo della nostra mente.
Dott.ssa Elena Mannelli