La storia delle fiabe ci insegna che i bambini dicono le bugie da sempre.. tanto da portare Collodi a scrivere una delle più famose favole italiane.
La favola di Pinocchio tratta il comportamento menzognero, spiegando, in modo semplice e dal punto di vista dei bambini, quali sono gli obiettivi che spingono un figlio a dire bugie e a quali conseguenze possono andare incontro..
Uno degli insegnamenti più importanti che Collodi ci dà è che il burattino dovrà mentire tante volte prima di capire a quali conseguenze andrà incontro e non riuscirà ad ascoltare il Grillo Parlante fino in fondo, né Geppetto e neanche la Fata Turchina.. avrà bisogno di sperimentare..
Quando i nostri figli ci mentono, ci possono suscitare delle reazioni emotive spiacevoli che ci disorientano, dalla delusione, alla rabbia, alla frustrazione, al dispiacere, all’umiliazione (quando magari è un insegnante a farci capire che nostro figlio ci ha mentito, perché ci ha omesso dei brutti voti) fino ad arrivare a sentire che ci stanno sfuggendo di mano e noi non ci sentiamo in grado di recuperarli. Tutto questo ci può allontanare dalla volontà di comprendere nostro figlio (cosa lo ha portato a dire una bugia? Che mi vuole dire con questo atto? Ecc..) conducendoci ad uno scontro che porterà spesso ad issare delle barriere sempre più alte.
La bugia è normale e accettabile e non costituisce un rischio per il bambino, anzi fa parte del suo percorso di crescita, a meno che non diventi un modo costante di relazionarsi col mondo esterno …
Ogni età ha le sue bugie in funzione di specifici obiettivi
A seconda dell’età del bambino la bugia può avere diversi significati e può essere diretta verso determinati obiettivi.
Per esempio un bambino entro i 4 anni ancora non sa bene distinguere tra realtà e fantasia e spesso le “bugie” che gli sentiamo dire fanno parte di un mondo fantastico in cui tutto è possibile per ottenere quello che desiderano… o per evitare una punizione e ci raccontano storie creative su come la nutella sia finita proprio sul loro naso!
Un ragazzo adolescente spesso mente per difendere la sua privacy. In questo caso c’è senz’altro una maggiore intenzionalità, ma ancora non ci dobbiamo preoccupare, perché è funzionale al raggiungimento dell’autonomia del nostro figlio adolescente, fermo restando che, anche se non sembra, un ragazzo di 15 anni ha bisogno di sapere che noi siamo la sua guida, ci continuerà a guardare con la coda dell’occhio senza farsi accorgere, per avere la conferma che sta andando nella direzione giusta.
A volte le bugie nascono per compensare un bassa autostima “oggi la prof mi ha detto che sono stato il più bravo di tutti”, altre volte per esprimere un desiderio.. e quindi la ragazza che non si sente in grado di chiamare il ragazzo che le piace, racconta alle sue amiche che lo ha chiamato, quando non è vero.
Le bugie più frequenti hanno come obiettivo un po’ a tutte le età quello di evitare un punizione.
Certamente se l’obiettivo è quello di evitare una punizione e ogni volta che scopriamo che nostro figlio ha detto una bugia, lo puniamo lo indurremo a ripetere il comportamento menzognero, per evitare la punizione, entriamo così in un circolo vizioso da cui uscire sarà davvero difficile..
In questo caso se ci dirà la verità potremmo dire loro che siamo felici che ci abbia detto la verità, ma che il comportamento che ha messo in atto non lo condividiamo e che sarebbe stato peggio se ci avesse detto una falsità..
Ricordiamoci che le bugie sono UN’OCCASIONE PER CONOSCERE MEGLIO NOSTRO FIGLIO NEI SUOI BISOGNI: Cerchiamo di comprenderlo accogliendo il suo modo (non tropo lineare) di manifestare un bisogno.
IL RUOLO DEI GENITORI:
I GENITORI RIMANGONO IL MODELLO PRINCIPALE PER I FIGLI …
siamo la loro guida nel bene e nel male
Bisognerebbe cercare di non mentire mai (nei limiti del possibile) ai figli anche quando loro pongono domande difficili o imbarazzanti. Se il genitore gli mente, il figlio si sente autorizzato a ripetere quel comportamento. I figli osservano molto i comportamenti dei genitori, se un genitore tende a mentire con gli altri (non solo con i figli) il bambino imparerà che quello è un comportamento lecito e lo metterà in atto ogni volta che si troverà in difficoltà.
Un esempio frequente di modello non funzionale è quando per creare una certa complicità con il bambino condividiamo un segreto e gli vietiamo di comunicarlo a un’altra persona “mi raccomando non lo dire al babbo che abbiamo comprato le caramelle”.. In questo caso gli stiamo insegnando che è lecito nascondere un comportamento per evitare una punizione.. inoltre stiamo screditando il ruolo genitoriale del padre.. un giorno potrà fare lo stesso con noi..
La sincerità, così come la menzogna, i bambini la imparano dall’esempio dei genitori!
Come sempre se un comportamento è occasionale non diventerà un modello.. sarà la modalità sistematica che porterà i nostri figli a seguire il nostro insegnamento.
QUANDO PREOCCUPARSI:
Bisogna preoccuparsi quando un figlio usa quotidianamente la bugia per relazionarsi con il mondo esterno o con il proprio mondo interno costituendosi un “mondo finto” fatto di illusioni, di sogni e di desideri poco legati alla realtà che sta vivendo … allora dovremo iniziare a chiederci il perché E GUIDARLO A TROVARE MODALITA’ ALTERNATIVE di soluzione … infatti LA FREQUENZA DEL COMPORTAMENTO MENZOGNERO E’ INVERSAMENTE PROPORZIONALE ALLA CAPCITA’ DI UNA PERSONA DI RISOLVERE UN PROBLEMA.
Se non riusciamo a farli uscire da questa bolla irreale in cui si trovano sarà opportuno rivolgersi ad un esperto per farsi aiutare.
Dott.ssa Cristina Jacchia