“Quell’agente patogeno, mille volte più virulento di tutti i microbi, l’idea di essere malati.”
MARCEL PROUST
“Lascia che ti dica qualcosa sull’ipocondria: è un pericoloso piccolo infido demonio. Non ti ucciderà, ma toglierà il colore dalla tua vita in modo tale che nel momenti più dolci, i momenti di grazia, tu sia colpito da quel sussurro nelle tue orecchie che ti porterà via tutto. Io sono malato, Io sto morendo – Solo che non lo so ancora.”
DANI SHAPIRO
Molte volte nel mio lavoro mi è capitato di vedere pazienti che si sentono soli e incompresi, ma mai quanto lo sono le persone che soffrono di ansia per la salute.
“Mi scusi dottore ma non so veramente che cosa lei possa fare per me…io ho una malattia incurabile e dovrei essere in una clinica adesso”
“Mia moglie ed il mio medico non ne possono più delle mie lamentele dicono che il mio è un problema di testa…ma io so che presto morirò”
“Sono qui per dimostrare a tutti che non sono pazzo e che ho bisogno di cure mediche non di uno psicologo”
Queste sono solo alcune delle parole che ho sentito pronunciare da persone impaurite e arrabbiate. Impaurite dal dolore e dalla sofferenza che la malattia sono convinti, presto gli riserverà e arrabbiati con le persone care che non gli credono più. In realtà la sofferenza di queste persone è reale e concreta come lo sono i tasti che sto digitando per scrivere questo articolo.
Non c’è peggior paura di sentire di avere una malattia incurabile e di essere destinati a lasciare presto tutti e tutto. E’ un timore ancestrale e profondo che tutti noi condividiamo, ma allora perchè alcune persone continuano a fare la loro vita normalmente, mentre altri smettono di vivere come fossero già deceduti?
La ricerca scientifica ha cercato di dare alcune risposte. Innanzitutto chi si ammala di Ansia di Malattia (o come si chiamava prima Ipocondria) tende a “sentire” maggiormente i “rumori” del corpo e a interpretarli nella maniera più catastrofica possibile. Ad esempio sovrastima la probabilità che una macchia sulla pelle sia un melanoma, si prefigura scenari terrificanti in cui si vede magari in mezzo ad atroci sofferenze o a perdere dignità e autonomia di uomo davanti alle persone care. Inoltre queste persone sono convinte che nessuno potrà guarirli e che non riusciranno ad affrontare la malattia. In altre parole ragionano in bianco e nero: questa macchia è sicuramente un melanoma incurabile e io non riuscirò a sopportare tutto questo.
Ma perchè questi individui “sentono” il loro corpo più degli altri e pensano in maniera così distorta? La risposta alla prima domanda è che hanno probabilmente un corpo più rumoroso, ovvero le risposte del loro sistema nervoso autonomo agli stimoli esterni e interni è più intensa. Oltre a questo, possono non aver dimestichezza con le emozioni, ignorando che quando siamo arrabbiati, in ansia o sotto stress il nostro corpo si attiva e parla. La risposta alla seconda domanda, ovvero perchè hanno pensieri così catastrofici e una particolare attenzione per le malattie, è semplice: probabilmente l’hanno imparato.
Nella storia di questi pazienti non è infrequente trovare episodi traumatici come malattie di famigliari vissute in prima persona o morti improvvise. Altre volte l’ambiente familiare ha proposto modelli di grande apprensione verso le malattie con episodi in cui genitori o altre figure significative si allarmavano eccessivamente per problemi di salute lievi. Il paziente spesso può essere stato cresciuto con l’idea di essere come un fragile cristallo magari perchè spesso malato da piccolo e per questo iperprotetto. Non ultimo per importanza può aver imparato che “essere malati” può portare dei vantaggi come una maggiore attenzione da parte degli altri e l’evitamento di responsabilità e compiti noiosi.
Di fatto nella vita adulta queste persone diventano molto attente ai segnali del corpo e finiscono così per rilevarne più degli altri e a porci ancora più attenzione, entrando in un pericoloso circolo vizioso. Iniziano così a non poter pensare ad altro, ad esser angosciati e distratti, a non godersi più le cose belle della vita, impiegando il tempo in infinite e costose analisi mediche, ricerche su internet e quant’altro. Cominceranno ad essere “schivati” dagli altri perchè percepiti come pesanti e pessimisti, cominceranno a sentirsi soli e incompresi. A questo punto inevitabilmente la depressione arriverà a complicare ulteriormente il quadro.
Per contro, esiste anche una tipologia di persone con ansia per la salute così impauriti dalle malattie da evitare qualsiasi esame medico, trasmissioni televisivi e situazioni (ad es. ospedali), da limitare la loro libertà e mettersi effettivamente in pericolo, non sottoponendosi alle normali e necessarie pratiche di prevenzione oggi previste. Ad esempio donne che non si sono mai sottoposte ad un pap-test o anche ad un semplice esame del sangue.
Per fortuna oggi esistono forme di psicoterapia che si sono dimostrate efficaci nell’aiutare persone affette da ansia per la salute. In particolare la psicoterapia cognitivo-comportamentale, la mindfulness e l’EMDR, che possono anche venir utilmente integrate. Le strategie cognitivo-comportamentali hanno lo scopo di aiutare il paziente a prendere consapevolezza e correggere quegli errori di valutazione che innescano l’ansia di malattia. In secondo luogo ci si propone di ridurre quei comportamenti protettivi (controlli sul proprio corpo, esami medici, ricerche sul web e ricerche di rassicurazioni ecc..) che, se da un lato comportano un momentaneo sollievo, creano nel lungo termine ulteriori dubbi e attenzione al problema, oltre che inevitabile dispendio di tempo e denaro. Le procedure di mindfulness permettono di aiutare il paziente a sviluppare un atteggiamento di consapevolezza non giudicante nei confronti dei propri pensieri e dei segnali del corpo, permettendo così, un decentramento dagli stessi. Infine l’EMDR consente di rielaborare ricordi o esperienze negative da cui il paziente ha imparato ad avere un eccessivo timore per le malattie.
Articolo a cura del
Dott. Davide Coradeschi
psicologo-psicoterapeuta
terapeuta schema therapy ed EMDR
dottore di ricerca in psicologia sociale e della personalità
docente e supervisore AIAMC
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