La Scuola è un’istituzione che rappresenta uno degli ambienti di vita dei figli che contribuiscono al determinarsi della loro personalità, in termini di sicurezza, autonomia, autostima ecc, grazie alle esperienze legate ai rapporti con i coetanei, con gli insegnanti e con i risultati scolastici. Si intuisce quindi che si tratta di un luogo molto importante che può generare in molte occasioni soddisfazioni e in molte altre delusioni, una vera e propria palestra di vita necessaria alla crescita dei nostri figli. A volte le delusioni possono essere così significative da provocare nei ragazzi difficoltà che si muovono lungo un continuum che va dal semplice disagio ad andare a scuola per un’interrogazione ad un vero e proprio rifiuto scolare compromettente dal punto di vista del funzionamento generale e sociale del bambino.
DEFINIZIONE
Nonostante il DSM IV non stabilisca dei criteri specifici riguardo alla definizione della Fobia scolastica il rifiuto scolare indica una condizione emotiva cheha un’identita ben chiara: si tratta del disagio, provocato da ansia e/o timore eccessivi, che coglie il soggetto nel momento di andare a scuola e/o durante le ore scolastiche e si caratterizza per i seguenti comportamenti problematici e sintomi psicosomatici:
elevata reazione di ansia quando il bambino esce da casa, arriva davanti alla scuola, o entra in classe, fino a veri e propri sintomi da panico;
manifestazione di una serie di sintomi psicosomatici (vertigini, mal di testa, tremori, tachicardia, nausea, vomito, diarrea, mal di pancia, dolori alle spalle, al torace, etc);
il livello di ansia può essere elevato fin dalla sera precedente ed il sonno può venire disturbato da incubi o risvegli improvvisi.
Il livello di ansia è così elevato che la frequenza regolare delle attività scolastiche viene compromessa seriamente ed in maniera persistente. In un’ottica d’intervento, si rivela particolarmente utile ed efficace adottare un modello che fornisca delle informazioni rispetto alla funzione che il comportamento di rifiuto della scuolariveste per il soggetto. Il modello funzionale del rifiuto scolare di Kearney e Silverman (1996) e di Kearney (2000; 2006) individua quattro profili che evidenziano le variabili che possono mantenere il problema ovvero:
evitamento di situazioni o oggetti specifici che provocano paura o ansia;
evitamento di situazioni sociali ansiogene;
richiesta di una maggior vicinanza ed attenzione da parte delle figure significative;
ricerca di rinforzi positivi al di fuori della scuola.
L’età d’esordio della fobia scolastica è di solito intorno ai 5-6 anni ma in alcuni casi anche intorno ai 10-11 anni e in adolescenza tra i 12 e i 15 anni, coincide spesso con il passaggio dalla Materna alla Primaria, dalla Scuola Primaria alla Scuola media e dalla Scuola Media alla Scuola Superiore.
La Fobia scolastica si può ricondurre ad Ansia da Separazione o associata ad altra fobia, in particolare alla Fobia Sociale o può essere la manifestazione secondaria ad una condizione medica generale.
Fobia scolastica associata all’ansia di separazione: l’entrata a scuola rappresenta il primo vero e proprio distacco dalla famiglia e questo può generare nel bambino la paura che a lui o ai genitori possa accadere qualcosa di brutto quando si allontanano da loro.
Fobia scolastica associata ad altra fobia: ovvero una fobia specificamente correlata alla scuola o più in generale ad una fobia sociale. Questi soggetti di solito rifiutano la scuola da più grandi attuando un comportamento di evitamento più pervasivo. Tale paura potrebbe essere dovuta ad esempio ai fallimenti scolastici o alle difficoltà a relazionarsi con i coetanei. In questi casi si evidenzia una paura che fa seguito ad esperienze relazionali negative vissute realmente o interpretate come tali, oppure immaginate.
Fobia Scolastica come disturbo secondario ad una condizione medica generale: Un caso particolare riguarda la fobia scolastica come disturbo secondario ad una condizione medica generale, per cui a causa di un problema medico, parzialmente invalidante (ma comunque compatibile con la vita scolastica) il ragazzo evita di andare a scuola per paura di manifestare i sintomi della malattia di fronte agli altri o per il timore (infondato) di non farcela a causa delle difficoltà di tipo fisico.
Spesso la famiglia è molto coinvolta da questo problema e sperimenta tutte le strade possibili per spingere i figli ad andare a scuola. A volte intervengono anche nonni, zii, cugini e, in alcune realtà di paese, anche i vicini di casa, in una specie di processione mattutina in camera del ragazzo/a che, di conseguenza, tiene in scacco tutte quelle persone che si preoccupano per lui/lei. Quando la fobia scolastica persiste e sfocia in un’evasione scolastica, la scuola può segnalare il caso ai servizi sociali che si uniranno a tutta la folta schiera di persone, insieme anche ad insegnanti e dirigente scolastica, interessati al giovane e alla sua fobia scolastica.
Non sempre l’intervento delle persone di fiducia è disfunzionale, ma se lasciato al caso può fungere da mantenimento al disturbo, è quindi necessario seguire un iter ben preciso previsto dal trattamento che conduce il ragazzo a raggiungere gradualmente le sue autonomie e la possibilità di rientrare a scuola anche avvalendosi delle persone che attivamente il ragazzo è solito coinvolgere.
FATTORI SCATENANTI
Molti possono essere i fattori scatenanti delle manifestazioni tipiche della fobia scolastica tra cui:
Il passaggio da un livello scolastico all’altro;
eventi di vita stressanti (come la malattia propria o di un familiare, la separazione tra i genitori o dai genitori);
relazioni conflittuali nella famiglia;
un legame problematico con uno dei genitori;
difficoltà con il gruppo dei pari (episodi di bullismo, ecc)o con un insegnante (ansia da prestazione);
il ritorno a scuola dopo una lunga interruzione o vacanza.
TRATTAMENTO
Il trattamento della fobia scolastica verrà valutato sulla base dell’origine del disturbo:
se l’origine è legata all’ansia da separazione l’intervento sarà analogo all’’intervento previsto dal disturbo d’ansia da separazione (clic per leggere il trattamento del disturbo d’ansia da separazione) con particolare riferimento all’obiettivo legato alla frequentazione della scuola.
Se l’origine è legata alla Fobia Sociale l’intervento sarà prevalentemente sul ragazzo con un minimo coinvolgimento dei genitori volto a offrire loro strumenti per affiancare e rinforzare il ragazzo.
Se l’origine è legata ad una condizione medica generale il lavoro sarà affrontato sia con i genitori, sia con il ragazzo e verrà coinvolto anche il personale medico per avere tutte le informazioni utili alla terapia.
Una parte del trattamento sarà specifica e legata all’origine e una parte meno specifica, sarà indipendente dall’origine del disturbo e rivolta a tutti e tre i casi.
La terapia cognitiva-comportamentale si è dimostrata molto efficace per i disturbi di ansia, numerosi sono i dati disponibili in letteratura rispetto a molteplici studi controllati.
Nello specifico il trattamento cognitivo-comportamentale da utilizzare (rivolta a tutti e tre i casi) con bambini che rifiutano la scuola si basa sui fattori che mantengono il problema. In generale l’intervento è individualizzato e prevede vari passi e tecniche. Tale percorso prevede il coinvolgimento dei genitori e, dove possibile, della scuola.
OSSERVAZIONE ATTRAVERSO L’ANALISI FUNZIONALEattraverso schede di monitoraggio fornite ai genitori verranno individuati fattori che mantengono il problema, si segnerà tutto ciò che succede prima, dopo e durante la manifestazione di momenti critici in riferimento alla scuola. Questo tipo di modalità è chiamata analisi funzionale. A questo punto si lavorerà parallelamente sul bambino e sui genitori, per fare in modo che non cambi solo il ragazzo, ma che i genitori possano e sappiano incoraggiare e accompagnare il proprio figlio, verso la risoluzione del suo problema.
INTEREVNTO PSICOEDUCATIVO Grazie a tale intervento il bambino, i genitori, gli insegnanti e a volte anche il gruppo di pari, verrano messi al corrente del funzionamento dell’ansia e verrà quindi spiegato loro il motivo di alcune reazioni apparentemente senza senso
TECNICHE DI ESPOSIZIONE Il ritorno a scuola può essere graduale e concordato, nei tempi e nelle modalità, con gli insegnanti e il personale scolastico. Verrà stipulato un vero e proprio contratto, pattuito con il bambino stesso, in cui si stabilirà un programma preciso per il reinserimento a scuola. Tale contratto sarà firmato dal ragazzo/a , dai genitori e dal terapeuta.
Il protocollo di intervento cognitivo- comportamentale, basato sull’analisi funzionale è stato utilizzato in molti lavori, l’efficacia della terapia è stata dimostrata in termini di riduzione dell’ansia, aumento del senso di autoefficacia personale e ripresa della frequenza scolastica.
Bibliografia:
Fabbro N., Rampini R“La fobia scolare” in Psicoterapia cognitiva dell’infanzia e dell’adolescenza F.Angeli (2003)
Gagliardini I. Paure e ansie a scuola. Come affrontarle e superarle. Giunti (2008)