La bulimia nervosa (BN) è disturbo dell’alimentazione caratterizzato da abbuffate, condotte di eliminazione e preoccupazione per il peso e le forme del corpo. Il termine bulimia nervosa è stato coniato nel 1979 dallo psichiatra inglese Gerard Russel e deriva dal greco bous (che significa bue) e limos (fame). Letteralmente quindi bulimia significa “avere una fame da bue”. L’aggettivo “nervosa” indica che i sintomi del disturbo sono di origine psicologica e non di altra malattia medica. Questo disturbo compare per la prima volta nel DSM-III-R nel 1987 e con l’uscita del DSM-5sono stati aggiornati alcuni criteri per la diagnosi di questo grave disturbo alimentare.
La bulimia nervosa si caratterizza per l’ingestione di grande quantità di cibo in un certo lasso di tempo con perdita del controllo (abbuffate) seguito da tentativi espliciti di evitare l’aumento di peso. In genere tali tentativi sono messi in atto eliminando ciò che è stato ingerito (condotte di compenso). Altra caratteristica è l’eccessiva preoccupazione per il peso e le forme del corpo. Quando parliamo di “grande quantità di cibo” facciamo riferimento ad una quantità di cibo ingerita sensibilmente superiore a quella che normalmente una persona assume durante un pasto. Per “certo lasso di tempo” si intende un periodo non superiore alle 2 ore, mentre la perdita del controllo è caratterizzata dall’incapacità di astenersi dal mangiare o dall’impossibilità a fermarsi una volta incominciato. Nella BN intendiamo con “condotte di compenso” comportamenti disfunzionali che hanno come finalità il controllo del peso corporeo. L’eccessiva preoccupazione per il peso infatti, così come le sensazioni negative avvertite dopo l’abbuffata, portano a cercare di eliminare il cibo appena ingerito o le calorie introdotte. Per chi soffre di BN le principali condotte di compenso sono il vomito-autoindotto, l’abuso di lassativi e diuretici e l’iperattività, tutti comportamenti sintomatici scatenati dall’abbuffata. In alcuni casi comunque, soprattutto in pazienti molto gravi, episodi di vomito auto-indotto sono pianificati e ricercati.
Bulimia e anoressia
La Bulimia Nervosa, insieme all’Anoressia Nervosa, rappresentano le forme più conosciute di disturbi dell’alimentazione. entrare condividono alcuni aspetti:
- patologica attenzione verso il peso corporeo
- perfezionismo clinico
- bassa autostima e autoefficacia
- alterato rapporto con il cibo
- difficoltà nel riconoscere e comunicare le proprie emozioni
Rispetto all’AN che è caratterizzata da un peso al di sotto della norma, nella BN sono frequenti situazioni di sottopeso, normopeso o anche in sovrappeso. Tali condizioni dipendono da:
- frequenza delle condotte compensatorie adottate dal paziente
- caratteristiche individuali e specifiche
Cause
La letteratura condivide l’ipotesi della multifattorialità. Sarebbe più corretto esprimersi in termini di predisposizioni, fattori di rischio e precipitanti. Tra i principali fattori di rischio troviamo:
- tendenza all’impulsività
- disregolazione emotiva.
- storia personale di abusi o traumi.
- insoddisfazione per il proprio corpo fino ad un vero e proprio disturbo dell’immagine corporea
- scarsa autostima e autoefficacia.
Nella storia clinica della persona possono essere presenti episodi pregassi di Anoressia Nervosa. E’ plausibile che dopo una fase di restrizione e dieta ferrea, il controllo o ipercontrollo sullo stimolo della fame diventa impossibile da mantenere. Da qui, il primo innesco di abbuffata che poi determina, il concatenarsi di episodi bulimici.
Sintomi
Dopo le abbuffate e le condotte di compenso, fanno seguito una serie di sintomi sgradevoli:
- lo stomaco si allarga e si distende provocando un senso di eccessivo riempimento e di dolore.
- la paura di ingrassare, la vergogna e il senso di colpa prendono il sopravvento portando la persona a vomitare il cibo appena ingerito
- l’eliminazione del cibo attraverso il vomito provoca una riduzione del senso di malessere (l’addome non è più gonfio e così dolorante e le paure e i sensi di colpa si acquietano)
- il vomito, seguito da altri comportamenti sintomatici come dieta ferrea, iperattività e uso di lassativi, riacutizza il senso della fame che porta a rimettere in atto un’altra abbuffata.
Sintomo caratteristico della BN è la fame nervosa di origine psicologica e che spesso sostituisce quella fisiologica e che si caratterizza come tentativo di controllare le emozioni negative piuttosto che ad un bisogno fisiologico reale.
Questo insieme di sintomi crea un circolo vizioso (abbuffate/condotte di compenso) che si ripropone costantemente ed è l’aspetto centrale del comportamento alimentare della bulimia nervosa.
Conseguenze
Le conseguenze della bulimia nervosa riguardano molte aree di vita della persona, sociale, relazionale, medica. L’ossessione per il cibo, il peso corporeo e alle sue forme, mentre da una parte riduce la quantità di cibo, dall’altra alimenta scarsa autostima e altera lo sviluppo sano della personalità e dell’organismo.
- fluttuazione del peso corporeo.
- squilibri elettrolitici che possono portare ad aritmie cardiache, arresto cardiaco e anche alla morte.
- vasi sanguigni rotti negli occhi.
- ghiandole ingrossate nel collo e sotto la mascella.
- traumi nella cavità orale, come tagli nella linea della bocca e nella gola.
- cronica disidratazione.
- infiammazione dell’esofago.
- reflusso gastrico cronico dopo aver mangiato o ulcere peptiche.
- infertilità.
Le conseguenze della bulimia nervosasono direttamente correlate alla gravità del disturbo. La gravità, stimata dalla frequenza settimanale di episodi bulimici, aumenta con l’aumentare degli episodi abbuffata/condotte di compenso. Con l’aumentare della frequenza aumentano e si aggravano sia i danni fisici che le complicazioni di natura psicologica. Interrompere i circoli viziosi della bulimiaè il primo passo per poter iniziare un percorso di trattamento ed evitare conseguenzegravi e potenzialmente letali.
Diagnosi
La bulimia nervosa compare, nel DSM-5, nel capitolo dei disturbi dell’alimentazione e della nutrizione. Rispetto alla versione precedente (il DSM-IV-TR) i criteri per la diagnosi di Bulimia sono diventati meno restrittivi. Se infatti nella precedente versione del manuale, per poter fare diagnosi, erano necessari due episodi di abbuffate a settimana, con l’uscita del DSM-5 gli episodi bulimici si sono ridotti ad uno a settimana. Questo cambiamento è supportato da dati di letteratura che mostrano poche o nulle differenze cliniche tra pazienti con un episodio a settimana e pazienti con due episodi bulimici settimanali. Nello specifico i nuovi criteri per fare secondo il DSM-5 sono:
- A) Ricorrenti episodi di abbuffate caratterizzate da:
- ingestione di cibo superiore alla norma.
- sensazione di perdita del controllo durante l’abbuffata.
- B) Ricorrenti condotte di compenso per prevenire l’aumento di peso come vomito autoindotto, abuso di lassativi, diuretici o altri farmaci, digiuno o attività fisica eccessiva.
- C) Le abbuffate e le condotte di compenso si verificano in media almeno una volta a settimana per tre mesi.
- D) I livelli di autostima sono eccessivamente collegati alla forma e al peso corporeo.
- E) L’alterazione non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di anoressia nervosa.
Ci sono tre caratteristiche essenziali nella BN. La presenza di abbuffate (criterio A), la messa in atto di comportamenti di compenso volti al controllo del peso (criterio B) e la valutazione di sé eccessivamente collegata al peso e alle forme del corpo. Se una persona soddisfa i criteri della BN e anche i criteri per l’anoressia nervosa con abbuffate e condotte di compenso, il DSM-5 invita a fare diagnosi di anoressia nervosa. Infatti, secondo il principio della maggior gravità, l’anoressia è da preferire come diagnosi in quanto mostra tassi più alti di mortalità.
Gravità della bulimia nervosa
Oltre a indicare i criteri per la diagnosi di bulimia nervosa il DSM-5 stabilisce diversi livelli di gravità del disturbo. Per stimare la gravità si valuta la frequenza con cui si presentano gli episodi bulimici.
- Lieve: 1-3 episodi di compenso a settimana
- Moderata: 4-7 episodi di compenso a settimana
- Grave: 8-13 episodi di compenso a settimana
- Estrema: 14 o più episodi di compenso a settimana
Trattamento
L’intervento della bulimia nervosa contempla sia trattamenti farmacologici che trattamenti psicoterapeutici e riabilitativi. In generale gli studi hanno dimostrato che i farmaci antidepressivi risultano efficaci nella cura della bulimia, in genere, infatti, è presente una flessione del tono dell’umore e Depressione in comorbilità. La cura con antidepressivi, in particolare gli SSRI, si è dimostrata efficace nel miglioramento del tono dell’umore e nella riduzione del sintomo delle abbuffate nel breve periodo. Nel medio lungo periodo però, senza una psicoterapia e una riabilitazione a supporto, i sintomi tendono a ricompararire. Per questo motivo l’intervento deve prevedere un trattamento psicoterapeutico e riabilitativo. Il trattamento psicologico e riabilitativo si concentra principalmente su tre aspetti:
- riconoscere la fame fisiologica da quella “psicologica” (o nervosa) e gestire in modo più funzionale le proprie emozioni.
- trattare il disturbo dell’immagine corporea e dell’insoddisfazione corporea
- ripristinare una condotta alimentare sana (eliminando così il ciclo “abbuffate/condotte di compenso”).
Ricovero per bulimia nervosa
Il ricovero per Bulimia Nervosa si rende necessario quando i sintomi diventano gravi e aumenta la frequenza delle abbuffate. In generale pazienti con BN possono essere curate in ambulatorio se gli episodi abbuffate/ condotte di compenso si verificano due o tre volte la settimana. Quando invece la frequenza dei sintomi aumenta, e risulta impossibile bloccare il ciclo bulimico, allora è consigliabile un ricovero presso un ospedale specializzato o una struttura residenziale o semi residenziale. L’aumento della frequenza delle condotte bulimiche, con punte anche di più cicli durante la stessa giornata, è una seria minaccia alla salute della persona e può anche essere fatale.