L’anoressia Nervosa (AN) è un disturbo psichiatrico caratterizzato da alterazioni nel rapporto con il cibo, con il proprio peso e corpo. Le persone che soffrono di Anoressia Nervosa sono caratterizzate da un’intensa paura di prendere peso e da alterazioni nella percezione del proprio corpo.
Nel maggio 2013 l’American Psychiatric Association ha pubblicato una nuova edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5). In questa nuova edizione, l’AN insieme ad altri 7 disturbi psichiatrici quali Pica, Disturbo da Ruminazione, Disturbo evitante/restrittivo del cibo, Bulimia Nervosa, Binge Eating Disorder, Disturbo dell’Alimentazione Altrimenti Specificato e Disturbo dell’Alimentazione Non Altrimenti Specificato), è stata annoverata nel capitolo dei Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione.
L’AN è verosimilmente il più conosciuto tra i disturbi del comportamento alimentare. La parola anoressia deriva dal greco antico (an- privativo e órexis ‘appetito’) e significa “assenza o riduzione dell’appetito”. L’aggettivo “nervosa” qualifica l’aspetto non organico, ovvero, un modo per differenziarla dalle forme di inappetenza e/o di rifiuto del cibo che possono caratterizzare altre patologie.
Le persone che soffrono di anoressia nervosa non lamentano quasi mai una perdita di appetito e la fame sembra aumentare notevolmente con la riduzione dell’apporto calorico e la conseguente perdita di peso. Il controllo dello stimolo della fame diviene, paradossalmente, una fonte di soddisfazione per la persona. Questa condizione, funge da fattore di mantenimento della psicopatologia.
Caratteristiche dell’anoressia nervosa
L’anoressia risulta essere fra le patologie psichiatriche con i più alti tassi di mortalità. Qualche studio riporta essere la seconda causa di morte nel periodo adolescenziale. Caratteristiche frequenti, oltre ad un peso corporeo significativamente basso, sono una bassa autostima, paura di ingrassare e“perfezionismo clinico”. Chi soffre di AN evidenzia inoltre una anomala attenzione verso le proprie forme e peso corporei. Alcune parti del corpo, in particolare quelle considerate fobiche, sono regolarmente monitorate attraverso il cosiddetto body checkinge e sono generalmente percepite più grandi di come sono nella realtà. Per chi soffre di anoressia il controllo sul corpo e sull’alimentazione diventa la preoccupazione principale, se non unica. Anche il proprio senso di valore personale e autostima è modulato quasi unicamente dalle forme e dal peso del corpo su cui si cerca di esercitare controllo ossessivo. Le modalità attraverso cui le persone esercitano questo controllo sono:
- Forte riduzione calorica giornaliera attraverso l’utilizzo di diete rigide e ferree;
- Incremento dell’esercizio fisico giornaliero fino a diventare ossessivo;
- Impiego sproporzionato di clisteri e lassativi;
- vomito autoindotto che qualificano la variante Anoressia Purging;
Sintomi precoci dell’anoressia
Il sintomo più chiaro e forse più evidente è la diminuzione del peso corporeo. L’esordio è spesso caratterizzato da una dieta per cui l’iniziale perdita di peso è percepita e vissuta, anche da parenti e famigliari, come qualcosa da rinforzare e gratificare. Agli iniziali successi della dieta, spesso rigida, subentrano meccanismi cognitivi e comportamentali patologici come:
- Il peso corporeo raggiunto non è mai abbastanza basso,
- la persona inizia a saltare i pasti e/o escludere dalla sua alimentazione cibi ritenuti fobici
- tende a prolungare la durata e l’intensità dell’esercizio fisico.
In questa fase, detta luna di miele, la persona può sperimentare un particolare stato di euforia, un senso di vigore e di onnipotenza poiché tutto sembra sotto controllo e la malattia appare la soluzione a tutte le sue difficoltà. Col passare del tempo però le condizioni fisiche e psicologiche peggiorano. Il cibo e le forme del corpo diventano una vera ossessione e questi pensieri diventano assoluti, focalizzati sulla quantità di calorie ingerite e sui modi per consumarle prima possibile. A questo punto la condizione psicofisica rende difficile mantenere uno stile di vita sano poiché tutto ruota intorno al peso, corpo e forme corporee.
Sintomi cognitivi e comportamentali dell’anoressia
La sintomatologia si caratterizza per la compresenza sia di sintomi psicologici cognitivi che comportamentali. Tra i più rilevanti riportiamo:
- Paura di ingrassare nonostante vi sia un grave stato di denutrizione
- Restrizione alimentare per continuare a controllare il calo di peso
- Esercizio fisico eccessivo e compulsivo per controllare l’alimentazione, il peso e le forme corporee
- Disturbi nella relazione con il proprio corpo. La persona si percepisce come grassa anche se è in uno stato di grave deperimento fisico
- Bassa autostima: il controllo alimentare, del peso e delle forme corporee diventa l’unico dominio su cui la persona crede di potersi valutare
- Pensiero rigido: l’attività cognitiva si riduce solo ai temi relativi al cibo e al suo controllo
- Deficit nel riconoscimento delle emozioni: è assai frequente una certa difficoltà nel riconoscere e comunicare le proprie emozioni.
- Deficit cognitivi: il mancato nutrimento comporta a lungo termine una diminuita capacità di concentrazione, dell’attenzione e della memoria
I sintomi fisici dell’anoressia nervosa
Il deperimento fisico, derivato dal dimagramento, determina variazioni nel funzionamento del corpo e della mente. I più frequenti sintomi fisici sono:
- Riduzione della pressione arteriosa.
- Rallentamento della frequenza cardiaca (bradicardia).
- Amenorrea (assenza del ciclo mestruale).
- Osteopenia/osteoporosi.
- Ritardi /compromissione della crescita.
- Cute ed annessi fragili e sottili.
- Problemi ematologici (anemia, leucopenia, etc).
- Debolezza muscolare con riduzione della massa magra.
- Problemi a carico dei reni.
- Alterazioni livelli di sodio, magnesio, potassio, calcio, ferro e fosforo.
- Problemi gastrointestinali (difficoltà digestive, stipsi, rallentato svuotamento gastrico, etc).
- Crescita di peli (lanugo) su tutto il corpo (ipertricosi).
- Sensazione di freddo.
- Riduzione della temperatura corporea.
- Unghie fragili.
- Disfunzioni ormonali (ipotiroidismo, ridotto funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, etc).
Fattori di rischio
Esistono una serie di fattori predisponenti, o fattori di rischio, che possono facilitare l’insorgere del disturbo, fra i quali, genetici, psicologici, relazionali e ambientali.
Tra questi riportiamo:
- Interiorizzazione dell’ideale di magrezza
- Perfezionismo clinico
- Cronici stati emotivi negativi
- Insoddisfazione per il proprio corpo
- Disturbo dell’immagine corporea
Psicoterapia e riabilitazione
Le tappe fondamentali del trattamento nei disturbi dell’alimentazione sono ben riassunte dalle linee guida dell’American Psychiatric Association (APA, 2012):
- Diagnosticare e trattare le complicanze mediche
- Aumentare la motivazione e la collaborazione al trattamento
- Aumentare il peso corporeo (nell’anoressia)
- Ristabilire un’alimentazione adeguata
- Affrontare gli aspetti sintomatologici (dieta, digiuno, vomito, abuso di lassativi, diuretici, iperattività)
- Correggere i pensieri e gli atteggiamenti patologici riguardo al cibo e al peso
- Curare i disturbi psichiatrici associati al disturbo dell’alimentazione
- Cercare la collaborazione e fornire sostegno ed informazioni ai familiari
- Aumentare il livello di autostima
- Prevenire le ricadute
Il percorso di cura dell’AN non prevede, di norma, alcuna terapia psicofarmacologica specifica per questo disturbo. Esistono invece terapie farmacologiche specifiche per disturbi e problematiche in comorbilità con l’AN, per esempi Depressione, Ansia Generalizzata, Disturbo Ossessivo Compulsivo etc. Le linee guida internazionali sono concordi nel raccomandare, nel trattamento dell’anoressia, che la terapia psicofarmacologica non sia l’unica forma di cura prevista ma che sia integrata da percorsi di psicoterapia cognitivo comportamentale e riabilitazione
La terapia cognitivo-comportamentale mira a modificare l’idea che il peso e le forme corporee costituiscono il principale fattore in base al quale stimare il proprio valore personale. Lo scopo di questo tipo di trattamento è quello di aiutare chi soffre di un disturbo dell’alimentazione a imparare:
- gestire il proprio sintomo e sostituirlo con comportamenti più adeguati e soddisfacenti
- identificare e modificare alcune modalità di pensiero problematiche che favoriscono il mantenimento della patologia alimentare.
Il trattamento prevede tre fasi per una durata complessiva di almeno un anno
- la prima fase è finalizzata a normalizzare il peso e ad abbandonare i comportamenti di controllo del peso
- la seconda fase tende a migliorare l’immagine corporea, la valutazione di sé e i rapporti interpersonali;
- la terza prevede l’applicazione di procedure finalizzate a prevenire le ricadute, a mantenere i risultati raggiunti durante il trattamento e a preparare la fine della terapia.